WhatsApp introduce gli username: perché cambierà tutto per privacy, contatti e brand

Gli username stanno per arrivare su WhatsApp. Non è l’ennesimo ritocco, è la mossa che accende la trasformazione della messaggistica in un “personal social network”. Addio dipendenza esclusiva dai numeri di telefono, benvenuta identità pubblica gestibile, ricercabile e — soprattutto — prenotabile. Ecco cosa significa, cosa cambia e come prepararti.

Username su WhatsApp: cosa significa davvero

Dalla rubrica al nome utente

Oggi su WhatsApp ci troviamo grazie al numero. Domani lo faremo con un nome utente, come accade su Instagram o Telegram. Questo sposta il cuore della relazione: non più dati sensibili condivisi in giro, ma un handle pubblico che ti rappresenta, ti rende individuabile e gestibile. Per molti è un upgrade di privacy e branding allo stesso tempo.

Non è un’ipotesi campata in aria. La novità emerge dalle versioni beta dell’app: gli analisti di WABetaInfo — che da anni scandagliano il codice con reverse engineering — hanno intercettato riferimenti chiari a un sistema di username con meccanismo di prenotazione. L’obiettivo è evitare la corsa all’oro e tutelare la coerenza delle identità digitali.

Perché ora

Tre spinte stanno accelerando il cambiamento:

  • Esperienza utente: cercare persone e brand per nome è più naturale che scambiarsi numeri.
  • Privacy by design: l’handle riduce la diffusione del numero personale.
  • Convergenza social: WhatsApp integra funzioni da “feed”, canali e community. L’username è la chiave per un’identità pubblica gestita dall’utente.

Il tema è diventato di dominio pubblico anche sulla stampa tech italiana: Punto Informatico conferma che la prenotazione degli username è in lavorazione, con logiche pensate per evitare confusione e abusi già visti altrove.

Come funzionerà la prenotazione degli username

Indiscrezioni dalla beta

Secondo WABetaInfo, WhatsApp sta sviluppando un flusso guidato per scegliere e riservare il proprio handle. Non è ancora pubblico, ma i pezzi del puzzle si intravedono: form di scelta, verifiche e connessioni con l’ecosistema Meta.

Cosa possiamo aspettarci, realisticamente:

  • Ricerca disponibilità: inserisci il nome desiderato e scopri se è libero.
  • Regole chiare: lunghezza minima, caratteri ammessi, gestione dei nomi sensibili o protetti.
  • Verifica: un passaggio di conferma per associare l’handle in modo univoco al tuo account.

Verifica e coerenza del brand

Un nodo cruciale sarà la coerenza cross–piattaforma. È ragionevole aspettarsi un’integrazione con il Centro account di Meta, così da collegare identità esistenti (es. Instagram, Facebook) e ridurre furti di nome o omonimie fuorvianti. Non è una promessa ufficiale, ma le tracce nel codice vanno in quella direzione, come riportato da WABetaInfo.

Per chi ha scelto handle improbabili in passato (ciao, “Gigiolino92”), è l’occasione per ripensare il naming su tutti i canali: breve, memorabile, coerente con dominio, social e materiali di marketing.

Impatti su privacy e sicurezza

Meno numeri in giro, più controllo

Il primo effetto positivo: meno esposizione del numero. Con l’username puoi farti contattare senza regalare un dato sensibile a mezza rubrica. Utile per creator, professionisti e aziende che oggi usano numeri “ponte” o gateway.

Attenzione però: avere un handle pubblico significa essere più ricercabili. Bene per la reach, meno bene per chi vuole restare invisibile. Serviranno impostazioni di privacy chiare (chi può trovarti, chi può scriverti) e un po’ di buonsenso nella gestione della visibilità.

Phishing, impersonation e furti di nome

Dove ci sono username, c’è anche rischio di impersonation. Aspettati:

  • Handle simili creati per confondere (es. sostituzione di caratteri).
  • Phishing con account fake che imitano brand o creator.
  • Mercato grigio degli username rari o desiderati.

Come mitigare:

  • Verifica in due passaggi e protezione dell’account attive.
  • Claim del nome il prima possibile quando la funzione sarà disponibile.
  • Linee guida di brand: comunicate ovunque l’handle ufficiale, con badge e riferimenti incrociati.

Opportunità per creator e imprese

Personal branding che si trova e si ricorda

L’handle giusto accorcia le distanze: si scrive in un secondo, si legge in podcast, si stampa su packaging e biglietti da visita. In più, se WhatsApp espanderà davvero feed, canali e directory, l’username diventa la tua porta d’ingresso nell’ecosistema più usato al mondo per messaggiare.

  • Coerenza: usa lo stesso handle ovunque possibile.
  • Memorabilità: breve, senza underscore infiniti, facile da pronunciare.
  • Ricercabilità: includi keyword rilevanti se ha senso (senza spam).

Customer care e community native

Con gli username, contattare un marchio o un creator diventa più semplice e tracciabile. Sommalo a gruppi, canali e messaggi broadcast: stai guardando una community nativa su WhatsApp, dove onboarding, supporto e contenuti convivono nell’app che tutti hanno già in tasca.

Per le aziende significa:

  • Funnel più corti: meno passaggi, più contatti qualificati.
  • Assistenti su WhatsApp con automazioni e IA, identificati dall’handle ufficiale.
  • Retention grazie a canali e gruppi tematici agganciati al brand.

Un tassello della trasformazione in “personal social network”

Feed, gruppi e interoperabilità DMA

L’username non è un vezzo: è il tassello identitario per una piattaforma che si sta allargando oltre la chat 1:1. Da mesi si testano feed e formati che ricordano i social tradizionali, ma con un’impostazione più “community-first”.

In parallelo, in Europa il Digital Markets Act spinge verso l’interoperabilità: la possibilità di contattare utenti su altre app di messaggistica. WhatsApp ha già avviato i lavori per conformarsi. Qui l’handle può diventare la chiave comune per trovare e contattare le persone anche oltre i confini della singola app. Tradotto: meno giardini recintati, più rete.

E mentre nei mercati emergenti crescono alternative locali, la mossa sugli username è la risposta di Meta per ridurre attriti, migliorare discovery e trattenere gli utenti dentro l’ecosistema.

Cosa fare adesso: checklist rapida

  • Scegli 2–3 handle prioritari (primario e alternative) coerenti con dominio e social.
  • Allinea i team marketing, legal e customer care: policy su naming, gestione fake e segnalazioni.
  • Prepara la comunicazione: visual con il nuovo handle, aggiornamento bio, QR, link.
  • Rafforza la sicurezza: verifica in due passaggi, email di recupero, procedure interne.
  • Aggiorna i flussi: moduli, chatbot e automazioni con l’handle ufficiale quando sarà attivo.
  • Monitora le fonti: segui gli aggiornamenti di WABetaInfo e le note ufficiali per non perdere l’apertura della prenotazione.

In sintesi

Gli username spostano WhatsApp dal puro numero al nome. Meno esposizione di dati, più controllo sull’identità e nuove possibilità di scoperta. È la base per un personal social network dove contatti, community e contenuti convivono. Preparati ora: quando la prenotazione si aprirà, arrivare per primi farà la differenza.

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