Siti per adulti e verifica età: solo 3 su 48 si adeguano. E no, lo SPID non c’entra
Molti titoloni annunciavano l’Armageddon dei siti per adulti in Italia. Risultato? Per ora, niente di tutto questo. La verifica dell’età è arrivata solo su una manciata di piattaforme, una ha chiuso l’accesso dall’Italia, il resto è rimasto invariato. E soprattutto: lo SPID non è lo strumento richiesto per entrare. Facciamo chiarezza con dati, contesto e ciò che realisticamente cambierà nei prossimi mesi.
Cosa è successo davvero: dal “12 del mese” al giorno dopo
La scadenza indicata nelle scorse settimane ha fatto pensare a un blocco generalizzato. In realtà non è avvenuto nessun blackout. L’accesso ai siti per adulti non è stato azzerato, nonostante alcuni avessero parlato di “fine dell’internet come lo conosciamo”. La verità è più semplice: le misure di verifica dell’età stanno partendo in modo graduale e solo su pochi domini.
Questa dissonanza tra attese e realtà nasce anche da una comunicazione confusa. Si è letto di tutto: dal ricorso obbligatorio a SPID, a immediate liste nere totali, fino a scenari da censura generalizzata. Nulla di tutto ciò è attivo oggi. Il quadro è in evoluzione, ma i pilastri sono chiari: verifica dell’età, tutela dell’anonimato, e ruolo di terze parti tecniche per minimizzare la raccolta dati.
I numeri (veri): 3 siti conformi su 48 segnalati da AGCOM
Secondo un’analisi puntuale di Punto Informatico, tra le 48 piattaforme segnalate da AGCOM soltanto tre hanno implementato un sistema di verifica dell’età gestito da soggetti terzi. Una piattaforma ha preferito bloccare l’accesso dall’Italia. Tutte le altre, di fatto, non hanno ancora introdotto cambiamenti sostanziali.
Tradotto: nessun “grande switch-off”, ma l’avvio di una conformità a macchia di leopardo. E questo era prevedibile, perché:
- le integrazioni tecniche richiedono tempo, test e adeguamenti legali;
- il perimetro dei domini è enorme e dinamico (nuovi siti nascono ogni giorno);
- la partita si gioca anche su standard comuni e interoperabilità tra sistemi di age-gate.
SPID non c’entra: come funzionerà davvero la verifica dell’età
È il punto su cui si è fatta più confusione. SPID non è richiesto per accedere ai siti per adulti. E non avrebbe senso che lo fosse: il principio alla base del nuovo approccio è la verifica dell’età senza svelare l’identità dell’utente al sito di destinazione.
Il modello tecnico in due passaggi
- Verifica presso terza parte: l’utente dimostra a un fornitore certificato (terzo e separato dal sito per adulti) di avere l’età minima richiesta. La verifica può avvenire con documenti, identità digitale o altri metodi, ma il dato personale resta presso la terza parte.
- Accesso con token anonimo: se la verifica va a buon fine, la terza parte rilascia un “token” o attestazione. Il sito riceve solo l’informazione “ok, maggiorenne” senza conoscere identità, nome o altri dettagli sensibili.
Questo è il punto chiave: privacy by design. Il sito non deve né può profilare l’utente sulla base dell’identità. Ed è qui che l’uso diretto di SPID (o il suo successore) sarebbe fuori luogo: inserire credenziali personali su un portale per adulti sarebbe l’esatto contrario di un accesso anonimo.
Perché l’Armageddon non c’è stato
Tre fattori hanno smontato la narrativa del “tutto bloccato”:
- Implementazioni parziali: solo una minoranza ha attivato la verifica. Una piattaforma ha scelto il geoblocking per evitare rogne; la maggioranza non ha fatto mosse visibili.
- Filiera tecnica ancora in assestamento: non tutti i siti hanno scelto un provider terzo, definito un flusso utente chiaro o testato i sistemi anti-abuso.
- Aggirabilità strutturale: dove ci sono blocchi, esistono anche modi per aggirarli (pensiamo alle VPN). Non è un invito a farlo, ma un limite tecnico noto di qualsiasi misura locale.
Le prossime tappe: cosa aspettarsi entro il “primo febbraio”
Le comunicazioni pubbliche hanno indicato una scadenza operativa al “primo febbraio”, quando le piattaforme che diffondono contenuti per adulti in Italia dovrebbero aver integrato o pianificato sistemi di verifica più maturi. Cosa significa in concreto?
- Più integrazioni con terze parti: vedremo crescere i siti che mostrano un age-gate formalizzato prima dell’accesso ai contenuti.
- Esperienze d’uso diverse: alcuni chiederanno la verifica una tantum con validità temporale, altri a ogni sessione; dipenderà dal provider scelto.
- Affinamento delle procedure: riduzione dei falsi positivi/negativi, attenzione a usabilità e trasparenza, e maggiore chiarezza sulle policy privacy.
Non aspettatevi però un interruttore on/off: l’adozione resterà graduale e, come sempre in rete, imperfetta.
I nodi aperti: efficacia, privacy, proporzionalità
Efficacia reale
Controllare “i 48” è fattibile; controllare l’ecosistema globale è un’altra cosa. Il rischio è spingere traffico verso siti meno noti e meno regolati, con impatti opposti alla tutela degli utenti. È un problema classico: la rete non ha confini nazionali, mentre le regole sì.
Privacy e fiducia
Il modello del token anonimo è quello giusto sul piano dei principi. Ma dovrà essere spiegato bene: chi verifica? cosa conserva? per quanto tempo? come si revoca il consenso? Senza trasparenza, le persone non si fidano e l’adozione crolla.
Proporzionalità e cultura
La tecnologia è un pezzo del puzzle. L’altro pezzo è culturale: educazione digitale, dialogo in famiglia, strumenti di parental control usabili, informazione corretta. Il solo “blocco tecnico” non risolve da sé il tema dell’accesso ai contenuti per adulti da parte dei minori.
Cosa cambia oggi per utenti e piattaforme
Per gli utenti
- Niente SPID: non dovrete usare SPID per accedere ai siti per adulti.
- Più richieste di verifica: su alcuni domini potrebbe comparire un age-gate gestito da terze parti, con rilascio di un token anonimo.
- Privacy al centro: leggete bene le informative dei provider di verifica. Dovete capire cosa viene verificato (l’età, non l’identità) e cosa viene memorizzato.
Per le piattaforme
- Scegliere un provider terzo affidabile: con garanzie di sicurezza, anonimato e conformità normativa.
- Curare l’esperienza d’uso: meno attrito possibile, spiegazioni chiare, zero sorprese.
- Standard e interoperabilità: se ogni sito sceglie una soluzione incompatibile, l’utente impazzisce. Servono linee guida condivise.
Perché serve una comunicazione migliore
La confusione attorno a termini, scadenze e strumenti ha alimentato panico e meme. Il risultato è che molti credono di dover “loggarsi con SPID” su un sito per adulti: falso. Serve un linguaggio semplice, esempi concreti e una narrazione onesta su cosa fa davvero la tecnologia (e cosa non può fare). In questo quadro, approfondimenti come quello di Punto Informatico aiutano a fare ordine, numeri alla mano.
Il punto
Siamo in una fase di transizione: poche integrazioni attive, una piattaforma che ha chiuso all’Italia, molte che aspettano e osservano. La direzione è consolidare un sistema di verifica dell’età senza identità, con terze parti e token. Non è la fine del web, non è il trionfo del controllo totale, ed è lontano dall’essere perfetto. È, semplicemente, il primo step di una regolazione che dovrà dimostrare di essere praticabile, proporzionata e comprensibile.
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