OnlyFans e la “tassa etica” del 25%: chi deve pagarla davvero e perché se ne parla ora

Una maggiorazione fiscale del 25% sui contenuti per adulti rischia di ridisegnare i conti dei creator in Italia. La chiamano “tassa etica”, nonostante di etico ci sia ben poco: è una sovrattassa che, secondo un recente interpello all’Agenzia delle Entrate, può colpire anche chi è in regime forfettario. Ma chi rientra davvero? E come si decide cosa è “pornografico” nel 2026? Facciamo chiarezza, con esempi concreti e le implicazioni per chi monetizza su OnlyFans.

Cos’è la “tassa etica” del 25% (e perché tutti ne parlano)

“Tassa etica” è un’etichetta giornalistica, non una definizione tecnica di legge. Si tratta di una addizionale del 25% applicabile quando l’attività rientra nella sfera dei contenuti pornografici o di intrattenimenti a carattere sessuale. Il punto caldo è che questa maggiorazione si somma alle imposte ordinarie e, stando alle ultime interpretazioni, può colpire anche i contribuenti in regime forfettario.

La miccia è stata accesa da un interpello presentato per chiarire se e quando i creator su OnlyFans debbano pagarla. Come riportato da la Repubblica, la risposta dell’Agenzia delle Entrate è arrivata con un “dipende”: non conta la piattaforma in sé, ma la natura dei contenuti. Se sono qualificabili come pornografici, l’addizionale scatta.

OnlyFans nel mirino: cosa cambia per i creator

OnlyFans esiste dal 2016 e si avvicina al suo decennale. Nel frattempo è cambiato tutto: creator economy, mobile paywall, AI generativa, contenuti personalizzati. In questo contesto l’interpello chiarisce che il fisco può chiedere un 25% in più rispetto alle imposte ordinarie quando i ricavi derivano da contenuti per adulti qualificabili come pornografia.

Chi paga e quando

  • Nudo esplicito e atti sessuali ripresi: alta probabilità di rientrare nella categoria “pornografica” → addizionale potenzialmente dovuta.
  • Erotico soft, fetish non esplicito (es. piedi), voice erotica: zona grigia → valutazione caso per caso.
  • Contenuti non adult (fitness, cucina, tutorial, backstage non sessuale): in linea di massima fuori dal perimetro → addizionale non dovuta.

Il punto critico è proprio la definizione di pornografia. Le norme che usiamo oggi nascono in un mondo pre-creator, pensate per cinema, VHS e spettacoli “tradizionali”. Oggi abbiamo micro-abbonamenti, tip, pay-per-view, live privati e contenuti generati con l’AI: è inevitabile che l’interpretazione produca “dipende”.

Il vero problema: una definizione vecchia per un mercato nuovo

Chiamare “etica” una tassa è già fuorviante. Il nodo è sostanziale: mancano criteri operativi chiari per distinguere pornografia, erotico e intrattenimento adulto non esplicito nel contesto digitale. E quando il fisco risponde “dipende”, succedono due cose:

  • Incertezza operativa per chi lavora (creator, agenzie, piattaforme): prevenzione difficile, rischio errori.
  • Spazio ai contenziosi e comportamenti opportunistici: chi può, rinvia; chi non può, si ferma; qualcuno evade.

In più, l’addizionale come extra rispetto al forfettario rompe l’aspettativa di semplicità del regime agevolato. Se fai intrattenimento adulto, potresti trovarti a dover calcolare e versare una maggiorazione autonoma, con impatto immediato su pricing, margini e pianificazione.

Impatto economico: numeri, prezzi e rischio sanzioni

Per un creator che fattura 50.000 euro l’anno con contenuti qualificabili come pornografici, un’addizionale del 25% significa fino a 12.500 euro in più di esborso, oltre a imposte ordinarie e contributi. Effetti a catena:

  • Prezzi: aumento degli abbonamenti e dei pay-per-view per assorbire l’extra, con rischio churn.
  • Mix di contenuti: spostamento verso format non espliciti per evitare l’addizionale.
  • Struttura fiscale: valutare se il forfettario resta conveniente o serve un passaggio all’ordinario con una contabilità più fine.
  • Rischio sanzioni: senza linee guida chiare, è facile sbagliare classificazione o calcolo.

Linee guida pratiche per chi monetizza su OnlyFans

1) Mappare i contenuti e le revenue

  • Classifica ogni contenuto: esplicito, non esplicito adulto, non adulto.
  • Segmenta i ricavi per tipologia (abbonamenti, PPV, tip, live, custom request). Se l’addizionale è dovuta, serve una base di calcolo chiara.

2) Valutazione del rischio

  • Se produci atti sessuali/espliciti, considera l’addizionale probabile.
  • Se lavori su soft erotico/fetish non esplicito, stai nella zona grigia: documenta scelte e mantieni traccia editoriale.

3) Interpello e consulenza

  • Interpello preventivo per casistiche borderline: costa tempo ma riduce l’incertezza.
  • Commercialista esperto di digital: dal forfettario all’ordinario, valuta il “totale costo fiscale” e non solo l’aliquota headline.

4) Operatività e compliance

  • Accantonamenti mensili per imposte e addizionale (se dovuta), evitando shock di cassa.
  • Fatturazione e tracciabilità: allinea gateway di pagamento, report OnlyFans e contabilità interna.
  • Policy di piattaforma: rivedi termini di servizio e classificazioni dei contenuti per non creare incongruenze.

Cosa dice la politica e perché serve una riforma chiara

Il tema non è morale: è certezza del diritto. Con OnlyFans prossimo ai dieci anni, servono regole scritte per il digitale di oggi, non di ieri. Nel dibattito pubblico si è mossa anche la campagna “L’etica non si tassa” promossa dai Radicali, segno che il tema tocca diritti, libertà economica e non solo gettito.

Una soluzione sostenibile dovrebbe puntare a:

  • Definizioni operative e neutre rispetto alla tecnologia (video, audio, foto, AI).
  • Chiarezza sul perimetro: cosa è esplicito, cosa è suggestivo, cosa è fuori dall’ambito.
  • Coerenza col forfettario: se l’addizionale resta, serve una procedura semplice per calcolarla e versarla.
  • Armonizzazione europea: il digitale non ha confini; senza regole compatibili, il business migra.

Domande aperte (ancora senza risposta definitiva)

  • Fetish non espliciti (es. piedi) cadono nel perimetro? O restano intrattenimento adulto non pornografico?
  • Contenuti generati da AI con tema sessuale: come si classificano se non ritraggono persone reali?
  • Creator esteri con pubblico italiano: quando scatta la territorialità dell’imposta e dell’addizionale?
  • Commissioni piattaforma: la base di calcolo considera l’incassato lordo o al netto delle fee?

Finché restano i “dipende”, il rischio è scaricare sui singoli creator l’onere di decidere, con margini di errore altissimi.

In sintesi

La “tassa etica” del 25% non è un giudizio morale: è un’addizionale fiscale che può toccare anche chi sta nel forfettario, quando i contenuti sono classificabili come pornografici. Per i creator su OnlyFans la priorità è mappare i contenuti, segmentare i ricavi, chiedere chiarimenti formali nei casi dubbi e impostare la contabilità per non arrivare impreparati. La palla, però, è anche della politica: servono regole aggiornate, semplici e applicabili.

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