Microsoft porta gli agenti AI in Office: il “vibe working” su Excel e Word spiegato semplice
Excel, Word e PowerPoint stanno per cambiare marcia. Microsoft introduce agenti AI capaci di creare documenti, fogli e presentazioni partendo da un prompt, orchestrando passaggi e strumenti come un assistente reale. Hype da buzzword o svolta concreta per la produttività? Qui spieghiamo cos’è il “vibe working” in salsa Office, come funziona la nuova modalità agente in Copilot e quali impatti avrà su team, junior e processi. Con un occhio critico ai numeri di accuratezza e all’arrivo dei modelli di Anthropic accanto a OpenAI.
Cos’è il “vibe working” in Microsoft Office
Nel gergo che arriva dal mondo dev, il “vibe coding” è l’idea di creare software con un prompt, lasciando che l’AI interpreti il contesto e produca il risultato. Applicato all’ufficio, il “vibe working” significa chiedere all’assistente di generare artefatti di lavoro (un report in Word, un budget in Excel, una presentazione in PowerPoint) e lasciare che l’agente AI scelga passaggi, formule, layout e fonti aziendali da consultare.
Microsoft sta portando questo paradigma in Office con due novità: la modalità agente dentro le app di Microsoft 365 (per es. Excel e Word) e Office Agent nella chat di Copilot, capace di coordinare attività multi-app. Secondo The Verge, l’azienda parla di “agent mode” e “Office Agent” come evoluzione del classico prompt-and-answer: l’AI ragiona in più step, tiene il contesto e agisce sugli strumenti.
Come funziona: Copilot a modalità agente in Excel, Word e PowerPoint
Dal prompt al documento (e al foglio) senza passaggi manuali
Il flusso tipico parte da una richiesta naturale, del tipo: “Prepara un budget trimestrale per il marketing con proiezioni YoY, includi una tab pivot per canale e una visualizzazione dei costi fissi vs variabili”. L’agente in Excel:
- crea la struttura del foglio, imposta tabelle e nomi intervallo;
- applica formule e funzioni (es. crescita percentuale, differenze YoY, media mobile);
- prepara grafici coerenti con i dati e li formatta;
- chiede chiarimenti quando mancano input o regole;
- lascia una traccia delle azioni per trasparenza e modifica.
Lo stesso avviene in Word: un prompt come “Genera una bozza di RFP di 4 pagine con sezioni requisiti, SLA, criteri di valutazione e timeline” produce una struttura coerente, con intestazioni, elenchi e placeholder per i dati interni. In PowerPoint, l’agente parte da un documento o da un brief e costruisce uno storyflow con layout e grafici ricavati dal materiale allegato.
Office Agent nella chat di Copilot: orchestrazione tra app
La chat diventa la cabina di regia. Si può chiedere: “Prendi l’ultimo forecast vendite, crea un executive summary in Word e sintetizza in 8 slide per la riunione di lunedì; aggiungi un’analisi dei rischi e cita le assunzioni critiche”. L’agente:
- recupera i file autorizzati,
- estrae i dati chiave,
- produce il documento e poi la presentazione,
- collega gli allegati e mantiene coerenza di cifre e stile.
Questa è la differenza sostanziale rispetto al “vecchio” Copilot: non è una risposta singola, ma un workflow ragionato che attraversa più strumenti e passi. The Verge evidenzia proprio questo salto: agenti che pianificano, eseguono, verificano e iterano con l’utente in loop.
Modelli Anthropic nell’ecosistema Microsoft: non solo OpenAI
Un altro punto chiave è tecnologico e strategico: l’agente Office sfrutterebbe anche modelli di Anthropic, non più solo OpenAI. Per gli utenti, significa potenzialmente ragionamento più robusto su compiti strutturati e ambigui, e una strategia multi-modello che sceglie il motore più adatto al tipo di task. Secondo The Verge, si tratta di un cambio di passo: l’esperienza di Office non è vincolata a un unico fornitore e può combinare punti di forza diversi, soprattutto nei contesti agentici.
Produttività reale: promesse e limiti da tenere a mente
Accuratezza in Excel: numeri da contestualizzare
Nei materiali di presentazione, Microsoft indica per la modalità agente in Excel un tasso di accuratezza del 57,2% su benchmark interni, rispetto a una precisione umana del 71,3%. Il gap non è enorme, ma è rilevante per fogli che guidano decisioni. Tradotto: lo strumento velocizza la creazione della “base” (tabelle, formule, grafici), ma serve revisione umana su logiche, assunzioni e outlier. Il valore concreto arriva quando si unisce l’automazione della bozza con un controllo esperto dei dettagli che contano.
Buone pratiche operative:
- definire regole di validazione (controlli incrociati, soglie di scarto, test su subset di dati);
- rendere esplicite le assunzioni nel foglio;
- versionare e tracciare le modifiche suggerite dall’agente;
- misurare l’accuratezza in casi reali del team, non solo su demo.
Entry-level, upskilling e ridefinizione dei ruoli
Automatizzando la preparazione della “prima bozza”, una parte del lavoro tipico dei junior si sposta verso revisione critica, orchestrazione e prompt design. Non è la fine dell’apprendimento: cambia la palestra. Gli entry-level devono allenarsi su:
- capire e correggere le scelte dell’agente (formule, filtri, fonti);
- documentare le decisioni e motivare le metriche;
- scrivere prompt chiari e replicabili per processi ripetuti;
- competenze di dominio: senza contesto, l’agente “suona” bene ma sbaglia il pezzo.
Per i manager, l’obiettivo diventa creare playbook: quando usare l’agente, come validare, che standard di qualità adottare. La produttività raddoppia solo se il team sa accendere e spegnere l’automazione al momento giusto.
Esempi pratici di “vibe working” su Office
- Marketing: Word genera un piano campagna con obiettivi, KPI e budget; Excel calcola il mix canale e la marginalità stimata.
- Vendite: da CRM esportato, l’agente crea forecast, pulisce anomalie, costruisce una dashboard trimestrale.
- Finance: bozza di P&L mensile con scostamenti vs budget e note automatiche sulle varianze principali.
- HR: reportistica turn-over con grafici e suggerimenti di visual per la presentazione al board.
- PMO: riepilogo stato progetto in Word e deck di avanzamento in PowerPoint a partire da task e commenti.
Privacy, dati e governance: le regole prima dei prompt
Gli agenti funzionano bene se hanno accesso ai dati giusti. Servono paletti chiari su permessi, fonti attendibili e data minimization. Indicazioni operative:
- limitare l’accesso a repository sensibili;
- etichettare i contenuti “golden” da cui l’agente può attingere;
- abilitare audit trail e log delle azioni dell’agente;
- stabilire quando è obbligatoria la revisione umana prima della condivisione esterna.
Checklist per preparare il team
- Licenze e rollout: verificate i prerequisiti di Copilot e della modalità agente nelle app usate dal team.
- Dataset di riferimento: curate template, glossari e documenti “fonte” per ridurre ambiguità.
- Linee guida di prompt: esempi standard, variabili accettate, limiti e casi da evitare.
- Qualità e test: definite KPI (accuratezza, tempo risparmiato, errori critici) e cadenza di review.
- Formazione: workshop su validazione dei risultati e troubleshooting di Excel/Word generati dall’agente.
- Governance: policy su dati, versioning e responsabilità della firma finale.
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